FANO – GRADARA – RIMINI
Sigismondo Pandolfo Malatesta principe, mecenate e cavaliere
Sigismondo aveva solo 10 anni quando lasciò assieme ai suoi fratelli Fano, dove aveva vissuto la sua infanzia nella Corte Malatestiana assieme al padre Pandolfo III ma dopo la sua morte, dovette trasferirsi nella corte dello zio Carlo a Rimini, dove l’attendeva un futuro di grande cavaliere e principe.
A 15 anni già Signore di Rimini, Sigismondo era nato per lo scettro del comando. Grande stratega militare a 18 anni capitano della Chiesa.
A Gradara punto strategico tra Romagna e Marche, fece rinforzare la possente Rocca per difendersi dagli assedi del suo acerrimo rivale Federico da Montefeltro. Fu un lungo periodo glorioso di vittorie, fortuna, e passioni poi le calunnie, la scomunica, la rovina e la morte. Ambizioso e feroce, ma anche coraggioso, intelligente e capace, amante del bello e desideroso di gloria, farà del Tempio Malatestiano a Rimini un inno all’arte, alla scienza, alla cultura e anche all’amore.
-Visita di Fano: tour di due ore, non ci sono ingressi a pagamento.
-Visita Gradara: tour di un ora, Ingresso a pagamento Rocca e Camminamenti
-Visita di Rimini: tour di due ore e mezza, non ci sono ingressi a pagamento.
GRADARA – SAN LEO
Montefeltro e Malatesta ovvero l’arte della guerra
Entrambi le Rocche furono teatro di lunghi assedi e soprattutto eternamente contese tra i Montefeltro e i Malatesta perennemente in conflitto tra loro. Per tale motivo vennero fortificate cosicché da rocche medievali divennero nel rinascimento vere macchine da guerra, poiché adeguate alle nuove armi da fuoco. Nel 1446 il Castello di Gradara riuscì a sopportare il terribile assedio tenuto dall’esercito di Federico da Montefeltro e di Francesco Sforza, mentre San Leo venne espugnata più volte.
Oggi sia Gradara che San Leo rientrano tra i borghi più belli d’Italia, per aver ben conservato entrambe i nuclei antichi medievali e le strutture difensive militari.
Le due mete rientrano anche nell’itinerario dantesco (Gradara V canto dell’ Inferno, San Leo IV canto del Purgatorio).
-Visita di San Leo: tour di due ore e mezzo, ingresso a pagamento alla Rocca
-Visita Gradara: tour di un ora, ingresso a pagamento Rocca e Camminamenti
Sulle tracce di Francesca
GRADARA – SANTARCANGELO
“…Amor ch’a nullo amato amar perdona mi prese del costui piacer si forte, che come vedi, ancor non m’abbandona…”Gradara, capitale del Medioevo, conserva uno dei borghi più belli d’Italia, nota per la sua possente Rocca ma forse più nota per la vicenda di Paolo e Francesca che Dante narra nel V canto dell’Inferno. Nel cerchio dei lussuriosi si narra la famosa tragedia d’amore dei due sfortunati amanti. Proprio tra queste mura pare si consumò la passione d’amore di Paolo e Francesca, e nella stanza di Francesca viene infatti rievocata la vicenda….”Galeotto fu ‘l libro e chi lo scrisse: quel giorno più non vi legemmo avante.”
Sant’Arcangelo di Romagna, pittoresco borgo arroccato su di un colle, con la sua Rocca Malatestiana, contende la vicenda dei due amanti danteschi. Ma è proprio qui che termina la tragedia: risulta che qui finì la figlia di Francesca da Polenta e Gianciotto…o forse Paolo, rinchiusa nel convento di Clausura detto delle “sepolte vive”. Girando per il borgo è possibile accedere alle suggestive grotte, lunghi sotterranei scavati nel tufo risalenti all’epoca medievale o forse all’epoca paleocristiana: potrebbero essere stati luoghi per il culto, o vie di fuga, passaggi segreti o dispense per acqua e cibo? Interessante è l’antica lavorazione della stampa a ruggine che sopravvive grazie alla conservazione dell’antico mangano datato XV secolo.
-Visita Gradara: tour di un ora, Ingresso a pagamento Rocca e Camminamenti
-Visita Santarcangelo di R.: tour di un ora e mezza, Ingresso a pagamento grotte.
Itinerari tra Romagna e Montefeltro
URBINO – RIMINI
L’aquila e l’elefante
L’aquila simbolo dei Montefeltro svetta in alto sulla facciata dei torricini del palazzo ducale di Urbino, simbolo della città e testimonianza di una corte prestigiosa e raffinata. Il Palazzo voluto da Federico da Montefeltro, mercenario ma anche mecenate, è oggi il monumento tra i più visitati in Italia, ed è anche residenza che conserva le opere d’arte più interessanti del rinascimento: La Flagellazione di Cristo e la Modanna di Senigallia di Piero della Francesca, la Città ideale, la Muta di Raffaello, la predella di Paolo Uccello e lo studiolo del duca, vero scrigno che custodisce una raffinata opera ad intarsio, opere di Giusto di Gand e un soffitto di legno d’orato con gli emblemi del duca, il tutto integro ed originale del XV sec.
Nel momento in cui Urbino era un centro culturale
famoso, nacque il “divin pittore”: Raffaello Sanzio.
All’ingresso di Castel Sismondo si trova la testa di elefante così pure nel Tempio Malatestiano di Rimini è un simbolo ricorrente: fu caro a Sigismondo poichè indica le antiche origini nobili della famiglia Malatesta, discendenti da Scipione l’Africano, ma sta anche a rappresentare le vittorie militari. Sigismondo Pandolfo Malatesta come il suo acerrimo nemico Federico da Montefeltro, faceva il mestiere del soldato e con i soldi che guadagnava dalle condotte militari costruì il tempio Malatestiano, al fine di autocelebrare se stesso a desiderio di gloria postuma e di eternità storica. Uno dei simboli più significativi del rinascimento italiano in cui operarono i più grandi artisti dell’epoca: Leon Battista Alberti, Matteo de Pasti , Agostino di Duccio, Piero della Francesca e tanti altri artisti.
Visita di Urbino: tour di due ore e mezza, ingresso a pagamento Palazzo ducale.
Visita di Rimini: tour di due ore e mezza, non ci sono ingressi a pagamento.
Tour nelle terre dei Malatesta
RIMINI – PESARO – FANO – GRADARA – SAN LEO – VERUCCHIO – SANTARCANGELO
I castelli, le rocche e le fortificazioni che fecero da baluardo ai domini malatestiani sono ancor oggi la testimonianza più imponente e suggestiva del loro potere. Una presenza che ha determinato paesaggi assolutamente unici, dove non esiste poggio o altura da cui non domini, tra mare e collina, una fortezza o un castello. Attorno a questi sono nati borghi fortificati ancora intatti che mantengono l’incanto di un tempo perduto. Ma anche città che furono capitali di quel piccolo stato a gestione familiare, dominato da guerre esterne ed intestine, portano nel loro tessuto il nodo iniziale di una rocca corrusca e maestosa.
Mecenati più che per amore dell’arte, per impressionare sudditi, soldati e nemici con l’ostentazione della ricchezza e della potenza, i Malatesta furono committenti di un gran numero di opere d’arte: una folta produzione che oggi funge da filo conduttore ad un viaggio dotto ed emozionante.
Palazzi sontuosi, chiese solenni e fastose, biblioteche straordinarie, in cui trovarono posto quadri, fregi, arredi e statue.
Quali capitali stabili ebbero Rimini e Cesena in Romagna, e Pesaro e Fano nelle Marche.
Ma la vera capitale fu Rimini dove a fare da pietre miliari sorgono il Duomo di Rimini, voluto e curato da Sigismondo, che trasformò la gotica chiesa di San Francesco nel Tempio Malatestiano, e Castel Sismondo, che come il Tempio doveva rappresentare l’eternità di Sigismondo.
Ma sono nelle Marche lo scrigno più colmo delle opere d’arte legate ai Malatesta: Le Mura e soprattutto le Arche Malatestiane di Fano, collocate nel portico trecentesco della suggestiva ex Chiesa di San Francesco ed il Palazzo in stile gotico lombardo fatto costruire da Pandolfo III tra il 1413 e 1421. Bellissimi portali conservano infine alcune delle principale chiese abbellite dai Malatesta a Pesaro fatte costruire nel periodo gotico: è il caso delle chiese d
i San Domenico, Sant’Agostino e San Francesco.
Tra le Rocche più importanti troviamo sicura
mente Verucchio, possesso malatestiano all’inizio del XIII secolo, da cui deriva il nome del capostipite “Malatesta da Verucchio” detto anche il “Centenario”, colui che fonderà la Signoria di Rimini nel 1295. La sua Rocca sorge su un alto sperone di roccia calcarea e domina pare del corso del fiume Marecchia. Sigismondo eseguì importanti lavori di fortificazione, come testimoniano due epigrafi murate all’interno della rocca del Sasso.
La fortezza di San Leo sorge su una rupe e fu l’eterna contesa tra Malatesta e Montefeltro. Quest’ultimi si stabilirono nel 1155, Monteferetrano dei Carpegna, capostipite dei Montefeltro. Fu espugnata nel 1376 dai Malatesta, che si alternarono ai Montefeltro fino al 1450. Federico da Montefeltro la fece fortificare dal suo ingegnere Francesco di Giorgio Martini nella seconda metà del XV secolo, che la trasformò in una vera macchina da guerra. Nel suo interno la famosa cella di Cagliostro, il leggendario alchimista e taumaturgo che ha reso noto il Forte.
La romantica Gradara, racchiusa ancora dalle due possenti cinte murarie domina tutta la Romagna e il Montefeltro, dal mare alle montagne in un solo colpo d’occhio. Punt
o strategico per i Malatesta furono in possesso del luogo fin dal XIII secolo non venne mai espugnata. La rocca fu testimone della famosa tragedia di Poalo Malatesta e Francesca da Polenta, uccisi per mano di Gianciotto.
Santarcangelo di Romagna Al termine della Valle del Marecchia, alle spalle di Rimini, sorge sul monte Giove, Santarcangelo, possedimento malatestiano dal XIII secolo. Fu Carlo Malatesta ad erigere sulla sommità due torri che Sigismondo trasformò in Rocca fortificandola portandola all’aspetto che ancora oggi conserva. Tra le sue particolarità si annoverano le grotte tufacee di cui non si conosce con certezza l’origine e la stampa a ruggine.
Tour di minimo tre giorni con escursioni Full Day, oppure sei giorni con escursioni Half Day