Sapori d’autunno… tempo di sagre, cantine aperte, degustazioni e visite guidate
L’autunno è la stagione ideale per visitare l’entroterra della provincia di Pesaro e Urbino. Risalendo le vallate dei fiumi fino alla zona del Montefeltro, la natura offre degli scenari da favola: borghi e castelli in cima ai colli sono immersi in una vegetazione dalle varie sfumature autunnali. Un vero incanto, uno scenario da non perdersi !!! E’ in questo periodo che la terra offre i prodotti più pregiati che caratterizzano il nostro territorio: tartufo, vino, formaggio di fossa e olio. Il ricco calendario di iniziative enograstronomiche organizzate nei vari paesi dell’interno, sono quindi un’occasione per unire i piaceri della gola agli interessi naturalistici e culturali. Ecco alcune proposte gustose:
APECCHIO Mostra mercato del Tartufo e dei prodotti del bosco.
Un paese in festa vi aspetta nel mese di Settembre la manifestazione è diventa uno spazio per veri cultori del gusto. La festa del Tartufo di Apecchio è un l’appuntamento che apre la serie dedicata a questo prezioso tubero, dove la caratteristica che col tempo ha assunto notorietà è l’apertura delle “cantine” del centro storico.
Piccoli locali di vecchie abitazioni che nei tre giorni rinascono a nuova vita, diventando dei ristorantini caratteristici con ottimo cibo locale, ovviamente anche al tartufo, locande tipiche ben curate o taverne medioevali.
Tutto condito da vivaci gruppi musicali che suonano nelle viuzze e piazzette del centro storico.
Nella “Via dei Sapori” scoprirerete l’ottima birra artigianale e tante altre eccellenze del territorio.
Luoghi da visitare nei dintorni: Piobbico Castello Brancaleoni.
PERGOLA L’appuntamento è per tre week end nel mese di ottobre con la Fiera Nazionale del Tartufo Bianco e dei prodotti tipici.
Saranno gli “Ori di Pergola” ad accogliere e catturare il visitarore nelle prime tre domenica di Ottobre: il tartufo bianco pregiato e i bronzi dorati, monumentale gruppo statuario romano rinvenuto presso Cartoceto di Pergola. La città dei Bronzi dorati si tuffa nel prelibato e gustoso profumo del diamante della terra con la Fiera Nazionale del Tartufo Bianco Pregiato di Pergola.
Anche quest’anno la Fiera si preannuncia ricchissima di iniziative e di ospiti, con l’obiettivo di valorizzare i migliori prodotti eno-gastronomici: dai vini, come il Pergola Doc, all’olio, dai formaggi alla afrodisiaca Visciolata di Pergola, ma il protagonista resta sempre il “Re dei sapori d’autunno, il Tartufo”.
SANT’ANGELO IN VADO per tre week end del mese di Ottobre, Sant’Angelo in Vado diventerà il teatro di una delle mostre più importanti del tartufo bianco delle Marche.
Sant’Angelo in Vado “celebra” ogni anno il Tartufo Bianco, simbolo e vanto di queste terre. Sant’Angelo in Vado ha saputo mantenere nel tempo le tracce della storia ed è possibile compiere un vero e proprio “viaggio nel tempo” partendo dalla splendida Domus del Mito del I° secolo d.C. fino a giungere agli splendidi palazzi ottocenteschi realizzati in stile neorinascimentale. Ogni via del centro storico è in grado di raccontare storie ancora ben visibili impresse nelle pietre dei palazzi e delle chiese. Ed è proprio nel cuore storico di Sant’Angelo in Vado che si snoda la manifestazione dove attraverso la proposta di numerosi ristorantini tipici ospitati all’interno di splendide cantine monumentali e stuzzicherie, si potrà conoscer sua maestà il Tartufo Bianco e tutti i prodotti della tradizione gastronomica dell’Alta Valle del Metauro. Oltre alla gastronomia si avrà la possibilità di apprezzare le abili mani di artigiani artistici che produco i loro manufatti direttamente in loco e di visitare le numerose mostre allestite per l’occasione.
Programma Apertura delle Cantine Monumentali. Degustazioni, convegni, musica e spettacoli itineranti. Motoraduno e Raduno Equestre del Tartufo Bianco Pregiato. “Trekking del Tartufo”: passeggiata alla scoperta dei luoghi dove nasce il Tartufo Bianco Pregiato delle Marche. “Le Vie dei Mercanti” curiosità e gastronomia, mostre artistiche, visite guidate.
Erscursioni da Sant’Angelo in Vado: Urbino e Urbania
ACQUALAGNA Fiera Nazionale del tartufo Bianco
tutti nei week end da fine ottobre a metà novembre
La Fiera Nazionale del Tartufo Bianco che si tiene ad Acqualagna, tra la fine di Ottobre e i pirmi di Novembre, è uno degli eventi gastronomici marchigiani più importanti, che ha permesso ad Acqualagna di diventare la Capitale del Tartufo. Ogni anno arrivano tantissimi visitatori tra cui tanti stranieri. La sua secolare tradizione di ricerca, produzione e vendita del tartufo fa sì che il suo mercato sia il luogo di incontro privilegiato per la promozione e la commercializzazione sia a livello nazionale sia internazionale. Acqualagna è sede di raccolta dei 2/3 dell’intera produzione nazionale del prezioso tubero, con circa 600 quintali di tartufo di tutti i tipi. Gli stand espositivi sono circa un centinaio, la Piazza centrale si trasforma in un salotto dove solo qui si possono ammirare, annusare e acquistare quintali su quintali di tartufo fresco. Accanto al nobile tubero si possono trovare tutti gli altri prodotti di qualità caratteristici del territorio: salumi, vino, miele e formaggio provenienti dalle nostre zone. La fama e il target qualitativo dell’evento richiama ormai anche produttori nazionali e internazionali che vengono attentamente selezionati e mostrano e vendono solo il meglio della propria produzione. Insomma un salone del gusto di firma che permette di mantenere viva tradizione, storia e sapori autentici.
IL SALOTTO DA GUSTARE e i COOKING SHOW “Il Tartufo incontra le Regioni Italiane” E’ il fiore all’occhiello della manifestazione. Degustazioni guidate, cooking show dei grandi chef, sfide in cucina tra vip e presentazioni di “libri da gustare”. Il Salotto da Gustare si propone come un teatro il cui palco è costituito da una cucina a vista firmata Aster Cucine, in Platea tavole apparecchiate e, dietro le quinte, la maestria degli chef e il sapore di tartufo. Nelle giornate di Fiera “Il Tartufo incontra le Regioni Italiane” con dei cooking show che sposeranno il sapore del Tartufo di Acqualagna con le eccellenze enogastronomiche del Belpaese.
Dimostrazione della ricerca con il cane da tartufo e pranzo con degustazione del tartufo, visita guidata alla Gola del Furlo Riserva Naturale e dei suoi monumenti tra cui, la galleria di Vespasiano e la chiesa pre romanica di San Vincenzo. Escursioni a: Fossombrone possiede un area archeologica di grande interesse. Nel centro storico la Cittadella medievale domina sull’antico paese ricco di palazzi storici. Fano con i suoi monumenti dell’epoca romana, il duomo, edifici medievali, rinascimentali e gli eleganti palazzi del settecento che costeggiano le vie.
Novembre il mese del FORMAGGIO DI FOSSA
Secondo una leggenda la speciale lavorazione del formaggio di fossa sarebbe nata puramente per caso. Pare infatti che nel 1486 Alfonso d’Aragona, sconfitto dai Francesi, avesse ottenuto l’ospitalità di Girolamo Riario, signore di Forlì. Ma le risorse del forlivese non consentirono a lungo il sostentamento delle truppe, che presto cominciarono a depredare i contadini dei dintorni. Questi, per difendersi, presero l’abitudine di nascondere le provviste nelle fosse. A novembre, una volta partiti gli eserciti e finite le scorrerie, le dissotterrarono e scoprirono che il formaggio aveva cambiato le proprie caratteristiche organolettiche. Di forma spesso irregolare, il formaggio di fossa si presenta con un colore dal giallo paglierino al nocciola pallido e con una pasta chiara e morbida. Ha una struttura friabile e un sapore dolce e leggermente piccante. Questo particolare tipo di formaggio nasce quindi da un antichissimo procedimento di stagionatura nelle viscere della terra, all’interno di grosse buche scavate nella roccia arenaria, che erano le antiche fosse da grano situate all’esterno o all’interno delle vecchie abitazioni dei borghi. Ad agosto le fosse vengono ripulite e asciugate con un falò di paglia. Successivamente, dopo aver sistemato sul fondo un tavolato rialzato per evitare il contatto fra il formaggio e il grasso disciolto, le pareti vengono ricoperte con un’intelaiatura di legno e canne foderata di paglia. A questo punto le caciotte (prevalentemente pecorino) fatte un paio di mesi prima vengono stipate in sacchi di cotone bianco, dove sono stati scritti col nerofumo il peso e il nome del proprietario, e quindi disposti nelle fosse. Una volta piene, le buche vengono chiuse con un coperchio di legno e sigillate con pasta di gesso fino alla riapertura ad inizio novembre, quando finalmente il formaggio ha acquistato tutte le sue speciali caratteristiche. L’ambiente anaerobico che si crea nelle fosse sigillate ermeticamente, dove durante i tre i mesi della stagionatura la temperatura si mantiene costante tra i 17° e i 20°, mentre l’umidità relativa sfiora il 100%.
I luoghi del Formaggio di Fossa
MONDAINO Mese di Novembre
e il suo territorio offrono ai visitatori una serie di ghiotte sorprese che possono essere degustate e acquistate, durante la manifestazione, direttamente dai produttori locali. Un percorso alternativo, per nulla scontato, affascinante e divertente porta alla scoperta di un angolo di terra tra Romagna e Marche fatto di tranquillità, tradizione, cura e qualità. la visita guidata al Borgo di Mondaino si conslude con un educational sul Formaggio di Fossa e degustazioni di prodotti tipici locali.
Mondaino antico castello dei Malatesta, famiglia rivale dei vicino Montefeltro, è ricordato nelle cronache trecentesche e quattrocentesche come il Paese dei Patti: nel 1393, nel salone del castello, Carlo Malatesta firmò la pace con l’eterno nemico Antonio da Montefeltro. Nel secolo successivo, nel 1459, Sigismondo Pandolfo Malatesta incontrò per il medesimo motivo Federico II, duca d’Urbino, presso il convento fondato, secoli addietro, da San Francesco sul vicino Monte Formosino. Nonostante le guerre tra le due famiglie, Mondaino fu per oltre 2 secoli dominio assoluto dei Malatesta signori di Rimini, che qui regnarono dal 1295 al 1528.
L’imponenete Rocca Malatestiana di Mondaino, architettura del XIV secolo è visibile dal fondovalle. Sigismondo Pandolfo Malatesta fece erigere, durante il suo governo, ben 13 torrioni, il cassero, l’ampia cerchia muraria ed i camminamenti sotterranei (scavati nel tufo, sotto il maschio, pronti per essere utilizzati in caso di assedio come cisterne o in caso di disfatta come sicura via di fuga) scoperti, questi ultimi, nel 1987 e attualmente in fase di recupero. All’interno della rocca si possono ammirare, oggi, la Madonna del Latte, bell’affresco (XV sec.) di Bernardino Dolci di Castel Durante, ed il Museo Paleontologico del tripoli mondainese. Il porticato semicircolare, di stile neoclassico, fa di Piazza Maggiore di Mondaino uno dei luoghi più suggestivi e la rende – grazie anche a un’acustica sorprendente – un teatro naturale in cui, soprattutto durante la stagione estiva, vengono ospitati importanti spettacoli e rassegne oltre, naturalmente agli spettacoli del Palio de lo Daino.
Sagra del Formaggio di Fossa mese di novembre a Talamello
La varietà di formaggio di fossa prodotta a Talamello è più nota col nome di L’Ambra di Talamello, coniato dal poeta Tonino Guerra per la somiglianza con la pietra preziosa dal caldo colore dorato: «anche questo formaggio ci arriva su da sotto terra. Va giù che è bianco e torna fuori quasi dorato… come l’ambra, che quando riemerge dalle viscere profonde ha un colore giallo luminoso, come se avesse una sua luce interna».
Visita a Talamello Il paese posto alle propaggini del monte Pincio fu proprietà della famiglia Della Faggiola e poi dei Malatesta. E’ possedimento della chiesa feretrana fino al 1296, quando il ghibellino Maghinardo Pagani, conducendo riminesi e montefeltrani assieme (caso raro nella storia di queste terre) riuscì a conquistarlo. Il dominio duro’ poco e Talamello venne di nuovo soggiogato a Roma. Fu infeudato dal sommo pontefice a Uguccione della Faggiola, entrando sotto il controllo della casata. E’ il cardinale Egidio Albornoz che se lo riprende nel 1355. Nel 1390 il castello viene venduto a Galeotto Malatesta e poi nel 1416 confermato a Carlo Malatesta. Pio II lo infeuda, come altri borghi vicini tolti a
Sigismondo Pandolfo Malatesta, ai Guidi di Bagno e ai Malatesta di Sogliano. Con essi (1490) ha “inizio” la produzione di polvere da sparo nei mulini di Talamello che si concludera’ nella seconda metà del secolo XX, dopo circa 500 anni di attività. Un cenno di attenzione merita sicuramente il piccolo cimitero abbastanza vicino al paese, in cui si trova la cella che racchiude piccoli tesori artistici: infatti è completamente decorata con affreschi, datati 1437, di Antonio Alberti da Ferrara. A Talamello c’è anche uno splendido Crocifisso del ‘300 che, ogni lunedì di Pentecoste, portato in processione, richiama fedeli da tutta la zona limitrofa; molti ritengono che l’autore di questo
Crocifisso sia Giotto, ma in realtà pare sia attribuibile a Giovanni da Rimini (1300). E’ conservato sull’altare maggiore della seicentesca parrocchiale di S. Lorenzo; sempre in questa piccola ma preziosa chiesetta si può ammirare una Madonna con Bambino del ‘400, bella statua policroma lignea, ed un altrettanto ben fatto crocifisso ligneo del XVI secolo.
Escursioni da Talamello
San Leo il Forte si erge imponente sulla cima di una roccia. Qui fu imprigionato il celebre Cagliostro. Nel paese sono di notevole interesse la Pieve pre romanica, il Duomo e la torre del ‘300.
Sant’Agata Feltria fu feudo dei Conti Fregoso, la sua imponente Rocca costruita del X sec. ma poi rimaneggiata da Francesco di Giorgio Martini, domina tutta la città. Nel centro storico si può ammirare il settecentesco Teatro Mariani con l’interno completamente in legno.
CARTOCETO Mostra Mercato dell’ Oliva e dell’Olio D.O.P.
Mese di NOVEMBRE
Cartoceto è da tempo noto per la produzione dell’olio extravergine d’oliva. Detto anche l’oro delle Marche, l’Olio di Cartoceto è l’unico extravergine con marchio DOP della regione e viene prodotto nell’omonimo comune oltre che in pochi altri paesi vicini (Saltara, Serrungarina, Mombaroccio e la collina di Fano). Le olive sono raccolte rigorosamente a mano o attraverso la pettinatura meccanica, mentre è bandita la bacchiatura, ovvero lo scuotimento dei rami con bastoni, tecnica che può danneggiare la struttura dell’oliva. Le varietà coltivate nelle suggestive colline di Cartoceto sono principalmente il leccino, il frantoio, la ragiola, il pensolino e il moraiolo, utilizzate separatamente o attraverso una sapiente miscelatura (blending) nella preparazione dell’olio. Attualmente i frantoi attivi sono solamente quattro ed arrivano a produrre circa 75.000 bottiglie da un litro l’anno. Cartoceto è disposto a ventaglio sulle pendici di un colle dove sorgeva un antico “castello”, è caratterizzato da gradinate e ripide stradine affiancate da case disposte a più live lli. Il tutto circondato da solide mura precedute dal lungo piazzale del “borgo”. Già abitato in epoca romana, come attestato da un’epigrafe del 49 a.C. ritrovata nei pressi dell’antica pieve, il territorio cartocetano acquistò importanza strategica solo nel basso medioevo. Fu allora che il “castell o” venne munito di una possente rocca, innalzata nel 1351 e rimasta in funzione fino al 1572, quando fu distrutta da un violento terremoto. All’ingresso del “castello” sorge l’antico fabbricato ornato da beccatelli già sede del Comune con caratteristica torretta munita di orologio e campana. Verso levante, a ridosso degli spalti della cinta muraria, è invece posto il teatro del Trionfo con graziosa sala ottocentesca a tre ordini di palchetti .
A Cartoceto a novembre apertura delle fosse Beltrami con degustazioni del Formaggio di Fossa.
Escursioni da Cartoceto: Fano